21.12.07

La TV e i suoi derivati


La maggiore astuzia del male è la sua trasformazione in dio domestico e discreto, la cui familiare presenza rassicura.

Nicolás Gómez Dávila

(immagine: San Giorgio e il Drago, Jacopo Riva)

18.12.07

L'arte del ragionare/1


Un'intervista al volo a Ferrara della durata di quttro minuti, in cui, con la classe che lo contraddistingue, distilla risposte di cristallina ragionevolezza su divorzio, laicità e libertà.
Disponibile su Radio Radicale cliccando qui.

17.12.07

Follia e grandezza di un presidente


Il 14 dicembre c'è stata una puntata di Otto e Mezzo degna di nota. Il presidente emerito Francesco Cossiga definito da Ferrara "scherzoso, geniale, grande, terribile, formidabile" ne racconta delle belle. Eccone una:

La Chiesa può perdonare a uno i peccati, ma la devianza dalla dottrina è un’altra cosa; se uno è casto e dice che il sesto comandamento è una sciocchezza, viene colpito in testa molto di più di chi dice: ‘per carità, santo il sesto comandamento’, ma poi fa quello che vuole. Fa più mal danno la violazione di un principio che non una cattiva condotta. Jacques Maritain diceva che la morale, a differenza del diritto, è come un muro invisibile a cui uno va addosso; non ha sanzione immediata, ma poi sente il dolore: gli fa male e fa male agli altri.”

La puntata è disponibile sul sito di Otto e Mezzo e sul podcast di iTunes.

12.12.07

I presepi della chiesa perseguitata


Lunedi 10 dicembre si è tenuta nella basilica della Ghiara a Reggio Emilia la presentazione della mostra “Siate lieti: i presepi della Chiesa perseguitata”, promossa dall’Associazione Arte & Cultura, Confartigianato e Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla e aperta dall’11 dicembre in Battistero e alla Camera di Commercio. Sono intervenuti Giovanni Lindo Ferretti (organizzatore dell'evento), Marina Corradi, don Ubaldo Orlandelli (missionario della Fraternità Sacerdotale S.Carlo Borromeo) e Giuliano Ferrara.

14.11.07

CeT in conservatorio


Nella musica, nel panorama della natura, nel sogno notturno (come scrive nel suo Canto Notturno...Leopardi), è a qualcosa d'altro che l'uomo rende il suo omaggio, da cui aspetta: lo aspetta. Il suo entusiasmo è per qualcosa che la musica, o tutto ciò che è bello al mondo, ha destato dentro. Quando l'uomo pre-sente questo, immediatamente piega l'animo ad attendere l'altra cosa: anche davanti a ciò che può afferrare, attende un'altra cosa; afferra ciò che può afferrare, ma attende un'altra cosa.

Luigi Giussani

12.11.07

Il Professore, il Patriarca e la Verità


Per chi si fosse perso questo memorabile confronto, ripropongo il link a Radio Rdicale dell'incontro fra il card. Angelo Scola e il prof. Eugenio Scalfari tenutosi a Cortina il 25 agosto. Buon ascolto.

9.11.07

L'ultimo sospiro non è un randello


Giuliano Ferrara, Il Foglio, 9 novembre 2007

L’eulogia è un genere letterario. Un genere difficile. Questo giornale scelse dalla nascita, quasi dodici anni fa, di avere una rubrica di elogia chiamata alla Plutarco “vite parallele”. Sono i nostri appunti del dopo, che hanno una qualche relazione anche con gli “appunti per il dopo”, i brevi tentativi di ispezione nel futuro oltre la morte che abbiamo pubblicato questa estate e che presto saranno un libro. La relazione sta nel fatto che a saper parlare della morte , avvenuta o presagita come evento futuro, si riesce a capire meglio la vita. Il tutto è naturalmente molto complicato, il rischio di fallimento è sempre grande, e lo si deve correre ogni volta consapevolmente. Sapendo di che cosa si tratta.
L’eulogia ha infatti delle regole. Bisogna saper parlare di una persona che è morta. Bisogna parlarne bene, con intelligenza e compassione. Ma senza melensaggini. Il sentimentalismo, l’elogio pomposo o iperbolico, la tiritera banale e la filastrocca convenzionale escludono tatto e sincerità. Tatto e sincerità sono i due elementi che rendono credibile il ricordo, e accettabile questa violazione pubblicistica del silenzio di fronte alla fine che, di per sé, sarebbe l’unico vero suono o vibrazione capace di contenere dolore e mistero. Alla compassione è legata anche la percezione che i morti non parlano, e per quanto possa essere grande la fede nella resurrezione primizia paolina di coloro che dormono e non ci sono più, la loro facoltà di replicare, precisare, correggere, rispondere, difendersi, attaccare è rinviata, e di parecchio, per lo meno dal punto di vista del discorso pubblico, del dibattito civile.

E’ una regola elementare, semplice, che si impone alla ragione e a ogni possibile ragione del cuore, una regola che si va perdendo, con effetti talvolta grotteschi e talvolta moralmente miserabili. Capita che un giornalista o uno storico o un uomo di stato muoiano e vengano non già ricordati, con un posticipo di simpatia equilibrata da un giudizio sano, sobrio, sfumato, bensì strattonati come fossero ancora viventi, come se potessero barcamenarsi agilmente, ciò che non possono fare, tra i diversi ego di presunti eredi o di presunti denigratori. Una vita pubblica imbruttita dall’incapacità di saldare con una certa maestria, cioè con semplicità e sensibilità, i conti chiusi di un’altra vita che si estingue nella solitudine privata di ogni morte: ecco un fatto molto spiacevole, una dimensione spirituale e culturale di decadenza alla quale assistiamo sbigottiti.

Nessuna morte è un manifesto per i sopravvissuti. L’ultimo sospiro non è una bandiera da agitare o, peggio, un randello per vendette private. Nessuna morte dovrebbe essere mai messa all’incasso personale né mai dovrebbe servire a illustrare i meriti, la sapienza, l’appartenenza castale di coloro che la commentano. La morte è una delle poche cose serie e irredimibili che restano nel nostro orizzonte di senso sempre più labile, indulgente, corrivo. Trascinarla nel conto ragionieristico delle precisazioni e rettifiche a uso di chi resta è un insulto madornale al suo significato. Avvilirla con spudorate falsificazioni retoriche buone per nuove falsificazioni ideologiche o sbatterla lì come una bella occasione per il corsivismo di giornata, è piccola viltà civile e culturale. Sapete di che cosa parliamo. E siccome ne parliamo in una circostanza di lutto, in attesa che il tempo consenta di riflettere con un po’ di dignità, spenti i motori rombanti della finta agiografia e della calunnia postuma, ne parliamo senza fare nomi. Non sarebbe giusto, non sarebbe indice di compassione e di equilibrio. Vorremmo invece avere indietro il gusto vitale, responsabile e severo della commemorazione dei defunti, vecchia abitudine umana bestialmente perduta.

19.10.07

Pixar che bontà!


A volte la verità può sembrare assurda,
ma non si può negare che sia la verità!

Quelli della Pixar parlano chiaro, non tergiversano e danno alle cose il loro vero nome. Ratatouille è un capolavoro proprio per questo. Attraverso gli occhi di un topo (che tale rimane fino alla fine senza cadere nella tendenza Disneyana di umanizzare gli animali e viceversa) viene raccontato di come ci sia differenza fra ciò che è spazzatura e ciò che non lo è e che la seconda sia nettamente meglio della prima. Scontato? Per nulla, soprattutto al giorno d'oggi dove anche le evidenze più elementari vengono continuamente messe in dubbio. Il "buono" c'è ed è tremendamente affascinante e, anche se sembra assurdo perchè ce lo dice un topo oppure perchè è soltanto un piatto di ratatouille, vale la pena inseguirlo con tutto se stessi.

15.10.07

CeT piglia tutto


Domenica 14 ottobre si è tenuto al Teatro Giacosa di Ivrea il 20° Concorso nazionale di cori organizzato dal Coro Alpino Eporediese. Di fronte ad una giuria di mostri sacri quali Mauro Pedrotti e Bepi De Marzi, il coro CeT ha conquistato il primo posto lasciandosi alle spalle alcuni grandi come il Coro Alpino Medunese e il coro Monte Cusna di Reggio Emilia. Nel numero minimo consentito di 15 elementi e con la divisa fresca di sartoria, il giovane coro ha interpretato con fierezza alcuni dei brani più belli del repertorio della Sat, raggiungendo il cuore dei giurati e del numeroso pubblico. Ciò che è vero non muore mai, e il coro Canto e Tradizione ce l'ha dimostrato ancora una volta.

8.10.07

Indiana Jones & the Kingdom of the Crystal Skull


Lasciate che i miei eserciti siano le rocce,
gli alberi, e i pennuti del cielo.

E' ufficiale. Il titolo del quarto Indiana Jones sarà: Indiana Jones and the Kingdom of the Crystal Skull. Ci vediamo il 22 maggio 2008 in sala Energia...

Altre info su www.indianajones.com

3.10.07

I Police al Delle Alpi


I'll send an s.o.s. to the world,
I hope that someone gets my

message in a bottle.

La bottiglia è stata lanciata nell'ottobre del 1979, ma sembra che quel messaggio interessi ancora a qualcuno...

2.10.07

Gridalo ancora Bruce!


Con i piedi saldi sul sound di Born to Run, il boss ci regala ancora un album che è come una domenica di vento e sole. When they build you, Bruce, they broke the mold...

I was driving thru the misty rain
Yeah, searching for a mystery train.
Bopping thru the wild blue
Trying to make a connection with you.

This is radio nowhere.
Is there anybody alive out there?