10.2.09

9 febbraio 2009

Anche questa sera ci siamo visti alla Pizzeria del Sole. Un bel posto, nuovo per di più, dove la gente ama ritrovarsi e dove famiglie numerose di cui non credevo più l'esistenza si fanno largo fra i tavolini buttando gli occhi sui cannoli ben ordinati nei vassoi. Nell'aria la fragranza della pizza e un gaio brusìo sovrasta la musica dei televisori. "Un'abbondante con doppia mozzarella! Anzi una maxi con salame piccante!" E i camerieri scivolano veloci con bottiglie e lattine in mano ammiccando ai clienti con fare professionale. Solo la lampada con quel grosso sole sembra seguire un altro ritmo, quasi fosse da un'altra parte come chi fissa con sguardo perso fuori da un finestrino appannato. Si illumina. Poi lentamente si smorza fino a morire; e poi di nuovo impercettibilmente riprende colore. La pizza è arrivata. Bella, fumante, rigata da fili d'olio verde. Ci buttiamo sul cibo come se non mangiassimo da vent'anni, mentre alcune ragazze ben truccate dietro di noi ridono in continuazione, festeggiando un amico di cui non ricordano il nome. "Eluana è morta" appare sul muto televisore. "Certo che è prorpio un bel posto, e si mangia anche bene!" La lampada continua a pulsare lentamente quasi cercando di rallentare quel vortice di sudore e succhi gastrici. Nel tavolo accanto al nostro c'è una famiglia del sud con la nonna a capotavola che si versa qualcosa nel bicchiere con fare volgare. Mentre tutti masticano rumorosamente sopra i piatti, quella che sembra essere la madre ha invece il piatto vuoto. Silenziosa fissa lo schermo appeso al muro di stucco arancione. "Eluana è morta". “Ma allora era viva” – sussurra - e gli occhi cominciano a farsi rossi e di vetro, come quel sole elettrico sospeso sui tavoli…